Sex Robot. L’amore al tempo delle macchine, Maurizio Balistreri – recensione umile #6

Buon pomeriggio e ben ritrovati cari lettori!

Andiamo dritti al sodo, come avrete letto dal titolo, oggi voglio parlarvi di un altro libro uscito da poco in libreria (27 settembre). Sto parlando di un interessantissimo saggio edito Fandango Libri (collana Documenti Fandango): Sex Robot. L’amore al tempo delle macchine di Maurizio Balistreri.

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Ebbene sì, mi dispiace deludere chi dal titolo si sarebbe aspettato un romanzo rosa, ma quello di cui vi parlerò è un vero e proprio saggio riguardante il progresso dei robot e, in particolare, i sex robot.

Maurizio-Balistreri-250x250About the author: Maurizio Balistreri è ricercatore di Filosofia morale presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino. E’ membro del Centro interdipartimentale di Studi dell’Etica in ambito militare ed è stato presidente del Comitato di Bioetica del Policlinico militare del Celio di Roma. Oltre a numerosi articoli, ha scritto molti saggi sui temi di bioetica tra cui – sempre edito Fandango – Il futuro della riproduzione umana.

 

Recensione Umile:  assodato che non stiamo parlando di un romanzo fantascientifico, Sex Robot è, sostanzialmente, un libro di filosofia morale e di etica, in cui si affrontano i problemi morali legati alla produzione e commercializzazione di questi robot del sesso.

Il primo quesito che viene posto nel saggio è se sia morale avere un rapporto sessuale con un robot. La critica principale che è stata mossa riguardo alla produzione di questi sex robot è sempre legata alla morale: chi ha rapporti sessuali con i sex robot deve per forza essere una persona depravata (viziosa, immorale etc.).  Da questa prima critica, si sfocia poi ad un altro importante problema: essendo i sex robot delle macchine prive di coscienza di sé, ed essendo state ideate delle stesse che devono dire “no”, ci porta allora a pensare che chi fa sesso con un robot “non consenziente”, potrà poi voler sperimentare lo stesso su altri esseri, e quindi questo potrebbe portare ad un incremento della violenza sulle donne.

In realtà, la tesi di Maurizio Balistreri, in tutto il saggio, è quella che non bisogna avere paura dei sex robot; poiché questi non devono essere necessariamente usati solo con motivazioni criticabili (potrebbero essere usati per “sperimentare” cose nuove con giochi di coppia, o potrebbero essere usati a sostegno di disabili che hanno comunque delle esigenze sessuali etc.).

Sostanzialmente, queste bambole sono dei veri e propri giocattoli del sesso e, oggigiorno rispetto a anni addietro, vi è stato un incremento della produzione e utilizzo di sex toys. Prima magari poteva essere considerato da depravati recarsi in un Sexy Shop, ma ormai sappiamo bene che certi articoli vengono regalati anche per ricorrenze come compleanni, anniversari etc.

Un’altra critica che Balistreri cerca di confutare, è quella che associa ai sex robot l’immagine di donna-oggetto sottomesso, e che quindi – avendo i sex robot fattezze femminili – l’uomo si abitui a trattare come una “cosa” anche la donna. Questa critica, secondo Maurizio Balistreri non è attendibile, poiché vi sono anche versioni maschili per sex robot, quindi fruibili alle donne. In più, si pensa anche a creare dei robot con fattezze intercambiabili, in modo tale che questi possano non avere un genere predefinito ed essere utili in più circostanze a seconda delle esigenze.

Ma cosa dice l’utilizzo di sex robot dei nostri rapporti interpersonali? Nulla, se questi robot del sesso verranno usati in maniera saltuaria per quello che sono (dei sex toys a tutti gli effetti). Ovviamente, se un robot dovesse diventare il nostro punto di riferimento – sessualmente e non -, dovremmo iniziare ad interrogarci sulla nostra esistenza.

Per concludere posso dire che è stato davvero molto interessante avere l’opportunità di leggere questo libro. Prima di tutto perché è importante leggere anche dei saggi oltre a tanta narrativa; e poi perché – in tempi di sviluppo tecnologico – è bene tenersi aggiornati riguardo questioni che potrebbero riguardarci.

Info plus: utopia? Fantascienza? No. I Sex robot esistono sul serio! Il primo ad essere stato creato è Roxxxy, 1 metro e 70 per 27 chili, presentata il 9 gennaio del 2010: costo? Oltre 6.000 dollari, 4mila preordini di acquisto. 4mila preordini di acquisto. Dovremmo porci delle serie domande.

Cosa c’è di male a fare sesso con un robot?

 

Spero che l’articolo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito almeno un poco. Come sempre, commentate e diffondete il verbo!

Sayonara, Brì ❤

Un pensiero riguardo “Sex Robot. L’amore al tempo delle macchine, Maurizio Balistreri – recensione umile #6

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